venerdì 23 gennaio 2009

PISTICCI - Guerra fredda tra Leone e Lazazzera


Ormai difficile la convivenza politica tra il sindaco e il suo vice. E’ saltato il patto anticrisi, sempre più probabile una rimozione della delega

PISTICCI – Uno dei due dovrà soccombere. Difficile, infatti, ipotizzare una convivenza fino al termine della legislatura (2012) tra il sindaco Michele Leone (Forza Italia) ed il vicesindaco Domenico Lazazzera (Alleanza Nazionale). La crisi politico-amministrativa c’è. Seppur cova sotto la cenere e basta un semplice soffio per farla esplodere. Per il momento tra i due c’è quella che verrebbe da chiamare “guerra fredda” con entrambi con i fucili in mano. Tutto nasce dalla scorsa estate, quando Alleanza nazionale ha dato il là al conflitto lamentando la scarsa attenzione verso le problematiche di merito presenti sul tappeto. Soprattutto per quanto concerne tutta una serie di opere pubbliche che secondo Lazazzera hanno carattere imprescindibile. A partire dal consolidamento di Pisticci centro, a rischio frana, per finire al regolamento urbanistico, dall’edilizia scolastica comunale, alle opere stradali e quanto altro ancora. Conflitto estivo, che si concluse con una “vittima”, l’assessore Franco Plati, ex di An, che Leone dovette defenestrare per ritrovare la quadra con lo scomodo alleato, in virtù della ritrovata coesione. Al suo posto, Lino Barbalinardo, presidente del circolo cittadino del partito di Fini, ed amico inseparabile di Lazazzera. L’armistizio politico venne sancito con tanto di firma su un documento di rilancio, simile ad un “contratto” di cooperazione con 32 punti programmatici con in testa l’approvazione, non avvenuta, del regolamento urbanistico, entro lo scorso 31 dicembre. Così siamo a punto e daccapo. Ed il malcontento regna. Al primo cittadino, che in questi mesi ha dimostrato delle doti incredibili di impermeabilità restano due soluzioni: ritrovare la quadratura del cerchio, ossia l’armonia con il “suo” vice sindaco, oppure procedere ad un’azione di forza consistente nella rimozione della delega a quest’ultimo, andando quindi allo scontro, alla prova dei muscoli, cosa però che potrebbe causare rischi ad ora incalcolabili. Perché in caso di quest’ultima ipotesi An, che consta di quattro consiglieri Giuseppe Iannuzziello, Leonardo Scazzariello, Salvatore Romano e Francesco Antonio Mazzei, potrebbe uscire dalla maggioranza, così come i due componenti della giunta, Lazazzera e Barbalinardo. E se i Popolari liberali (ex Udc) che esprimono quattro consiglieri, Giovanni D’Onofrio (presidente del Consiglio comunale), Giovanni Giannone, Mariano Caravita e Rosa Gallo, che tramite il loro capogruppo, Giannone, avevano espresso la scorsa estate condivisione per il documento di “richiesta di verifica” presentato da An, dovessero fare la stessa cosa, ritirando i due assessori, Michele Sisto e Gaetano Tricchinelli, conti alla mano, Leone con soli sei voti (compreso il suo) su ventuno, non avrebbe i numeri in Consiglio per respingere un’eventuale mozione di sfiducia. Infatti sarebbero insufficienti i cinque consiglieri di Forza Italia, Rosa Prezioso, Rosa Panetta, Nicola Fulvio Panetta, Ottavio Panetta e Giovanni Oliva. A meno che non intervengano rinforzi dall’opposizione di centro composta da Giannasio (Udeur) e Dimo, Greco e Calciano il quale interpellato dal Quotidiano, ha escluso perentoriamente ogni ipotesi di stampella al sindaco.

Pierantonio Lutrelli (da Il Quotidiano della Basilicata)

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