giovedì 26 febbraio 2009

Una fiammata nel Materano, in cima al pozzo di gas a pochi passi dalle case

MARCONIA - Una fiamma viva ed intensa ha bruciato per diverse ore all’inter no del pozzo di gas metano Metaponto 1, l’a re a mineraria alle porte di Marconia e in concessione alla Gas Plus italiana. Una pattuglia del Corpo Forestale si è subito recata sul luogo, forse per capire cosa fosse accaduto o per completare le indagini, visto che corre voce che il corpo statale abbia di recente chiesto al Comune di Pisticci e alla società mineraria tutte le carte inerenti l’at - tività estrattiva recentemente riattivata. La società mineraria di viale Forlanini, a Milano, per conto del suo direttore Business development, Giovanni Baroni, ha intanto ridimensionato l’evento della fiammata definendolo «una prova controllata di produzione legata al ripristino del pozzo. Il che significa che le operazioni hanno avuto lo sperato successo e che l’attività di workover è terminata», motivo per cui, tutta l’a re a dovrebbe ritornare alle condizioni di normalità degli anni scorsi con lo smantellamento della ingombrante trivella. Workover è il termine inglese che sta per manutenzione e sul ricorso a questa terminologia si è consumata una prima polemica tra Noscorie Trisaia e la Gas Plus: per la società mineraria è una semplice operazione di ripristino dell’erogazione del gas, bloccata da residui solidi lungo il vecchio pozzo; per il movimento ambientalista, di fatto, è un nuovo pozzo sul quale, proprio con il termine workover si è elusa una nuova e necessaria Via, Valutazione di impatto ambientale. Una seconda polemica tra movimenti, cittadini, amministrazioni pubbliche e società mineraria è invece legata all’attività estrattiva vera e propria concessa alle porte del popoloso centro abitato, allarmando da settimane la popolazione per i timori sui possibili effetti inquinanti o su altri effetti dirompenti collegati all’attività estrattiva. Come spiegati da una ricercatrice italo-americana dell’University Northridge Mathematics Department di Los Angeles, Maria Rita D’Orso gna, intervistata giorni fa dalla Gazzetta proprio per cercare di capire quali conseguenze possa portare sull'uomo la vicinanza estrema del pozzo minerario ad un centro abitato e ad u n’area a coltivazione pregiata e intensiva. Proprio sui danni in agricoltura relative alle emissioni di H2S dai pozzi minerari (Metaponto 1 emette quasi 1 ppm di H2S) esiste uno studio americano (http://pubs.acs.org/doi/ab s/10.1021/es60141a001) che certifica come si conoscano dal 1978 gli effetti sulle coltivazioni con l’esposizione continua all’H2S per appena 3 ppm, parti per milione: foglie deformate, defoliazione e crescita ridotta delle piante (nessun danno di rilievo a 0,03 ppm. e, guarda il caso, l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Oms, stabilisce un limite di emissione tollerabile dell’H2S di appena 0,005 ppm., mentre la normativa italiana consente emissioni in aria fino a 5 ppm.). Defoliazione e crescita ridotta delle piante sembra siano state già denunciate a Viggiano: sarà così pure per Marconia? Lo dirà il tempo, visto che Comune e Regione non hanno tentato di bloccare l’estrazione così vicina al paese, pur essendo noti, da 30 anni, gli effetti su uomo e ambiente delle attività estrattive. Tanto che nel resto del mondo non fanno perforare vicino alle coste, lungo i bacini idrici e a ridosso dei centri abitati.

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