giovedì 4 settembre 2008

CFP dopo un anno

di Sonia Grieco
PISTICCI
– Ancora due settimane e per i lavoratori della Cfp - Flexible Packaging Spa – della Valbasento scattano i licenziamenti. Dietro l’angolo c’è solo la mobilità (da 2 a 4 anni a seconda dell’età) e nulla più. Nessuna alternativa occupazionale, nessun acquirente per gli impianti di Pisticci scalo, nessun progetto di rilancio. 69 operai senza lavoro, la maggior parte dei quali ragazzi (il più giovane ha meno di 30 anni e il più anziano poco più di 50). Un anno fa si incatenarono davanti i cancelli della Valbasento per quasi 15 giorni, mentre a Roma si contrattavano i termini della dismissione. Una protesta scattata a distanza di due mesi dalla chiusura dell’impianto, per ottenere almeno gli ammortizzatori sociali. Una trattativa al ribasso che ha partorito un accordo al ribasso, una cosa mai vista in Valbasento, commentarono i lavoratori quando la mobilitazione finì. Cassa Integrazione Straordinaria di un anno in scadenza il 19 settembre, con tre mensilità anticipate, e la mobilità incentivata con tre mensilità. Di scongiurare la chiusura dell’impianto neanche a parlarne, per l’azienda non c’era più la convenienza a restare in Valbasento. All’orizzonte nessun acquirente, nonostante le voci che ciclicamente riaccendevano la speranza di un rientro in fabbrica, con lo stipendio a fine mese e una base per progettare il futuro o più semplicemente per pagare il mutuo. Dopo un anno dei 69 dipendenti della Cfp una decina hanno trovato lavoro. Cinque di loro sin da subito hanno optato per la mobilità, gli altri cercano e aspettano un nuovo impiego e, nel frattempo, qualcuno è finito nell’incerto mondo della formazione, insieme ai colleghi della Nylstar, altra fabbrica chiusa del polo chimico pisticcese. dice Emanuele Losenno, ex dipendente Cfp . dice Carmine Radesca, ex Rsu Cfp . Il polo chimico pisticcese sembra avviato a una lenta agonia: delle circa 4.500 tute blu dei tempi dell’Eni (ritornata in Basilicata per estrarre petrolio) oggi ne restano un migliaio. Dal metano, ai tempi dell’industria pubblica nel settore chimico, è nata la Valbasento, oggi dal petrolio non è nato niente. E da più parti si reclamano ricadute occupazionali attraverso l’Eni e la Total.

CFP storia impianto pisticci
di Sonia Grieco
PISTICCI – La Cfp – Flexible Packaging SpA – della Valbasento, controllata al 98,6 per cento da Packaging Sarl (societa` di diritto Lussemburghese), con sede a Cesano Maderno, conta tre stabilimenti: due in Lombardia uno in Basilicata. Sono 174 gli addetti, dei quali 69 lavoravano a Pisticci scalo. Gli impianti lucani sono stati realizzati nel 1990 (allora la Cfp era controllata dal Gruppo Snia) grazie a ingenti finanziamenti pubblici. A distanza di 13 anni è entrato in funzione anche lo stabilimento di Cesano Maderno, realizzato anche grazie agli utili prodotti a Pisticci scalo. Ma in Basilicata le cose non hanno funzionato come al Nord. Quasi in contemporanea con lo start up dell'impianto lombardo, l'azienda ha iniziato a ricorrere sempre più spesso alla mobilità e alla cassa integrazione ordinaria. Nel biennio 2005 – 2007 è stato operato un taglio del 50 per cento al personale. Nel frattempo, la Cfp ha chiesto nuovi finanziamenti pubblici e ha candidato l’azienda per un contratto di localizzazione da realizzare in Sardegna, che avrebbe dovuto rilanciare l'intera attività produttiva, compresa Pisticci. Ma le cose sono andate diversamente. Il 2007 è l’anno della chiusura per lo stabilimento della Valbasento. A maggio, dopo una fermata totale dell'impianto di oltre tre mesi, le Fulc hanno denunciato l'assenza di un piano industriale, temendo per il mantenimento dei livelli occupazionali. L'amministratore delegato della Cfp, Maurizio De Costanzo, ha lamentato costi di produzione troppo alti, spiegando che avrebbe dovuto testare la convenienza dell'impianto attraverso un Test Run: una prova di marcia delle linee di tre settimane. Il 29 giugno la società ha comunicato l’esito negativo del Test Run () e il 2 luglio è stata avviata la procedura di mobilità per chiusura dello stabilimento. A settembre i lavoratori hanno bloccato i cancelli della Valbasento. Alla fine delle trattative i 69 operai della Cfp sono entrati nel limbo degli ammortizzatori sociali: Cassa Integrazione Straordinaria di un anno in scadenza il 19 settembre, con tre mensilità anticipate, e la mobilità incentivata con tre mensilità.

5 commenti:

Marco ha detto...

prima ha fatto chiudere lo stabilimento di PISTICCI adesso amministratore delegato della SEA camper ha fatto chiudere lo stabilimento di TRIVOLZIO della mitica Elnagh!!!! Stessa procedura....C'è del marcio in quella persona

Anonimo ha detto...

Stesso amministratore delegato, stessa modalità, ma come mai continuano ad assumerlo?
Probabilmente sa fare bene il su lavoro...il tagliatore di teste!!!!

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe spaccargli le gambe,come si faceva un po' di anni fa. Di Costanzo ti vanti di essere un uomo di mare,ma sicuramente saresti il primo a saltare giu dalla nave fregandotene dell'equipaggio. Prima o poi ti beccheranno e credici saranno problemi seri.
Un'incazzatissimo lavoratore dell'Elnagh

Anonimo ha detto...

due stabilimenti nel giro di un anno ,e una vergogna che gente come lui trovi lavoro qui in italia,e una vergogna per tutti i lavoratori lasciati a casa ........tutti a monza a mangiare a casa suaaaaaaaaaaa

Anonimo ha detto...

mi auguro come ho sentito che l intendenza di finanza gli arresti a tutti compreso lui 130 lavoratori a casa per un debito di 300 milioni di euro persi in 5 anni tra regali festini buone uscite macchine aziendali prostitute cattering carte di credito hotel di lusso ......continuo ... e meglio di no ma ci siamo adesso gli beccano tutti-.