venerdì 23 settembre 2011

Comunicato stampa C.a.r.a. Pisticci Scalo



Martedì 20 settembre “il Quotidiano della Basilicata” spara un richiamo in prima pagina: Cacciati da Pisticci quegli immigrati che nessuno vuole “malati, scomunicati” oggi vanno via. Ancora, a pag. 21 l’occhiello recita: Dopo la dichiarazione di inagibilità del Motel 64 andranno a Matera, gli alti a Missanello. Il titolo: Rifugiati fuori da Pisticci scalo. Il catenaccio: Il direttore del Cara Bianco si sfoga: “Non mi aspettavo tanto razzismo”. Scorrendo l’articolo, a firma Margherita Agata, si legge un condensato di rara mistificazione, un esempio grossolano di malafede, una lista di improperi, talvolta offese pesanti, all’indirizzo dell’Amministrazione di Pisticci e dei pisticcesi. Un popolo, quello di Pisticci, ospitale da sempre, al pari di tutti i lucani. Evidentemente, dietro la parvenza giornalistica, questa sì ipocrita signor Bianco; dietro tanto livore si nasconde dell’altro che ci piacerebbe conoscere in maniera chiara, al di la di ogni nostra supposizione.
 A causa dell’atteggiamento della squadrista travestita da giornalista e, per opportuna conoscenza di tal Mimmo Bianco direttore del C.a.r.a. diventa necessario un altro punto di vista su una vicenda che, in piena estate, e all’indomani dell’insediamento della Giunta comunale, ha interessato Pisticci e i suoi cittadini, soprattutto i residenti di Pisticci Scalo. “I cosiddetti cittadini normali e civili… per i quali l’importante era sbarazzarsi di questo fardello umano prima possibile”
Martedì 9 agosto, senza preavviso, la struttura ex Motel Agip diventa centro C.a.r.a. e ospita 128 persone giunti dalla Libia dopo varie peripezie e in attesa di risposta alla loro richiesta di asilo. Dietro la freddezza burocratica della sigla, acronimo di “Centro accoglienza richiedenti asilo” e in quel numero asettico si celano storie di sofferenze personali, tragedie familiari, persecuzioni, stenti, affetti, speranze, storie di individui che hanno un nome e un cognome. Ognuno di quelle 128 persone ha un percorso, un vissuto specifico con fratelli, sorelle, genitori, figli. Tra loro c’è Zied che vuole studiare per diventare medico e poi ritornare al suo paesino ai margini del deserto; Abdullah, fuggito dalla violenza dei suoi carnefici, vuole semplicemente vivere nella tranquillità; Aban ha il desiderio di aprire un negozio a Rouen; Feisal deve raggiungere il suo papà a Genova; e così via… Martedì 9 agosto, dunque, 128 storie di persone, sono state, come dire, scaricate? Depositate? ai margini della statale 407 Basentana, presso la struttura alberghiera, che l’ironia ha voluto denominare “La Pace”, a Pisticci Scalo. Tutto ciò avviene in maniera improvvisa e senza alcuna forma di coinvolgimento del territorio!
Il sindaco di Pisticci Vito Di Trani, informato, solo due giorni prima, del trasferimento dei migranti,  denuncia immediatamente la situazione precaria del Cara in termini di requisiti tecnici della struttura, esprime preoccupazione sullo stato igienico sanitario in cui vivono gli ospiti, sottolinea, inoltre, il forte impatto sociale determinato dall’inserimento di un numero così cospicuo di nuove presenze, avvenuto senza alcuna opera di sensibilizzazione, in una piccola comunità di circa 500 abitanti. Nei giorni seguenti, perplessità sono espresse dall’Asi, dalla Protezione Civile, dalla stessa prefettura. Tutti concordi nel sostenere che la struttura è sovraffollata, tutti concordano che un numero inferiore di ospiti sarebbe più gestibile, previa verifica dei requisiti di legge dello stabile. Gli uffici del Comune di Pisticci rilevano la mancanza dei requisiti di legge, però nessuna istituzione si assume la responsabilità di un provvedimento chiaro, nessuna risposta, in sostanza, al sindaco che, nel frattempo spesso visita il Cara per solidarizzare con i ragazzi ospiti del centro. Infine L’ufficio Attività Produttive del Comune firma l’ordinanza di sgombero perché, contrariamente a quanto sostiene il proprietario dell’albergo, non esiste il parere di agibilità! Conseguentemente, col venir meno quel requisito, automaticamente è revocata la licenza ad esercitare l’attività. Non altro signora Agata, non il nascondersi nelle pieghe della burocrazia; perché, vede, le normative impongono ad una attività imprenditoriale alcuni adempimenti, dei requisiti ed appare evidente che in assenza di essi quell’attività non può realizzarsi o deve cessare. Questo vale per l’albergo “La Pace” e per ogni altra attività imprenditoriale di Pisticci, di Ferrandina e di qualsiasi altro luogo.
Occorre capire, quindi, se il concetto di legalità è un valore dalla connotazione oggettiva oppure una variabile che è possibile adeguare alle esigenze degli amici.
Noi di Forum Democratico siamo con il sindaco che fa del rispetto delle regole una bandiera, da sempre, e lo stesso chiede ai suoi collaboratori. La multiculturalità, la ricchezza delle diversità, la solidarietà, la tolleranza, il rispetto per i deboli, sono alla base della nostra azione politica. Questo, però, poco importa. Adesso è utile accusare di razzismo Pisticci, le sue associazioni, i suoi cittadini, il suo sindaco e la sua Amministrazione. Poco importano  le tante argomentazioni sostenute sui tanti tavoli, poco importano i pareri di diverse autorità, poco importa la solidarietà dimostrata da tanti cittadini, poco importano le condizioni dei migranti, poco importa della carenza dei requisiti di legge dello stabile, poco importa se non è stato predisposto nessun piano di accoglienza, poco importa se il commissario prefettizio, allora in carica, aveva risposto a precisa richiesta della Prefettura di Matera che nel territorio comunale non esistono strutture adeguate ad accogliere un numero così elevato di rifugiati; tanto si tratta di extracomunitari, un numero, un’occasione di business e, dopotutto, a casa loro stanno peggio!
Tornando alle accuse, vergognose, di razzismo, vengano a Pisticci il direttore del Cara e la signora articolista, vengano a verificare se i suoi abitanti sono coloro che descrivono. Saranno sorpresi dalla civiltà e dal senso di ospitalità che la storia e la cultura hanno sedimentato a Pisticci e tra i pisticcesi, valori ben riconoscibili anche dopo anni e anni di atteggiamenti razzisti troppo spesso assunti impunemente da alcuni ministri delle Repubblica Italiana.
Forum Democratico accoglie l’appello alla tolleranza e alla solidarietà lanciata dal Prefettura di Matera e auspica che situazioni simili siano gestite con maggiore puntualità, con il necessario coinvolgimento della popolazione, ponendo al centro la sacralità dello stato di ospite, a maggior ragione lo si deve a chi ha sofferto e chiede conforto. Questo vale ancora di più se il padrone di casa è lo Stato. Con pochi accorgimenti, forse, si attenuerà la contrizione dal volto di quei signori che da giornali e schermi televisivi impartiscono lezioni di civiltà a coloro che tutelano la legalità.
                                                  Forum Democratico 
                                                                                            Pisticci e Marconia

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