Martedì
20 settembre “il Quotidiano della Basilicata” spara un richiamo in prima
pagina: Cacciati da Pisticci quegli
immigrati che nessuno vuole “malati, scomunicati” oggi vanno via. Ancora, a
pag. 21 l’occhiello recita: Dopo la dichiarazione di inagibilità del Motel 64
andranno a Matera, gli alti a Missanello. Il titolo: Rifugiati fuori da Pisticci scalo. Il catenaccio: Il direttore del Cara Bianco si sfoga:
“Non mi aspettavo tanto razzismo”. Scorrendo
l’articolo, a firma Margherita Agata, si legge un condensato di rara
mistificazione, un esempio grossolano di malafede, una lista di improperi,
talvolta offese pesanti, all’indirizzo dell’Amministrazione di Pisticci e dei
pisticcesi. Un popolo, quello di Pisticci, ospitale da sempre, al pari di tutti
i lucani. Evidentemente, dietro la parvenza giornalistica, questa sì ipocrita
signor Bianco; dietro tanto livore si nasconde dell’altro che ci piacerebbe
conoscere in maniera chiara, al di la di ogni nostra supposizione.
A causa dell’atteggiamento della squadrista
travestita da giornalista e, per opportuna conoscenza di tal Mimmo Bianco
direttore del C.a.r.a. diventa necessario un altro punto di vista su una
vicenda che, in piena estate, e all’indomani dell’insediamento della Giunta
comunale, ha interessato Pisticci e i suoi cittadini, soprattutto i residenti
di Pisticci Scalo. “I cosiddetti cittadini normali
e civili… per i quali l’importante era sbarazzarsi di questo fardello umano
prima possibile”
Martedì
9 agosto, senza preavviso, la struttura ex Motel Agip diventa centro C.a.r.a. e
ospita 128 persone giunti dalla Libia dopo varie peripezie e in attesa di
risposta alla loro richiesta di asilo. Dietro la freddezza burocratica della
sigla, acronimo di “Centro accoglienza richiedenti asilo” e in quel numero
asettico si celano storie di sofferenze personali, tragedie familiari,
persecuzioni, stenti, affetti, speranze, storie di individui che hanno un nome
e un cognome. Ognuno di quelle 128 persone ha un percorso, un vissuto specifico
con fratelli, sorelle, genitori, figli. Tra loro c’è Zied che vuole studiare
per diventare medico e poi ritornare al suo paesino ai margini del deserto;
Abdullah, fuggito dalla violenza dei suoi carnefici, vuole semplicemente vivere
nella tranquillità; Aban ha il desiderio di aprire un negozio a Rouen; Feisal
deve raggiungere il suo papà a Genova; e così via… Martedì 9 agosto, dunque,
128 storie di persone, sono state, come dire, scaricate? Depositate? ai margini
della statale 407 Basentana, presso la struttura alberghiera, che l’ironia ha
voluto denominare “La Pace”,
a Pisticci Scalo. Tutto ciò avviene in maniera improvvisa e senza alcuna forma
di coinvolgimento del territorio!
Il
sindaco di Pisticci Vito Di Trani, informato, solo due giorni prima, del
trasferimento dei migranti, denuncia
immediatamente la situazione precaria del Cara in termini di requisiti tecnici
della struttura, esprime preoccupazione sullo stato igienico sanitario in cui
vivono gli ospiti, sottolinea, inoltre, il forte impatto sociale determinato
dall’inserimento di un numero così cospicuo di nuove presenze, avvenuto senza
alcuna opera di sensibilizzazione, in una piccola comunità di circa 500
abitanti. Nei giorni seguenti, perplessità sono espresse dall’Asi, dalla
Protezione Civile, dalla stessa prefettura. Tutti concordi nel sostenere che la
struttura è sovraffollata, tutti concordano che un numero inferiore di ospiti
sarebbe più gestibile, previa verifica dei requisiti di legge dello stabile.
Gli uffici del Comune di Pisticci rilevano la mancanza dei requisiti di legge,
però nessuna istituzione si assume la responsabilità di un provvedimento
chiaro, nessuna risposta, in sostanza, al sindaco che, nel frattempo spesso
visita il Cara per solidarizzare con i ragazzi ospiti del centro. Infine
L’ufficio Attività Produttive del Comune firma l’ordinanza di sgombero perché,
contrariamente a quanto sostiene il proprietario dell’albergo, non esiste il
parere di agibilità! Conseguentemente, col venir meno quel requisito,
automaticamente è revocata la licenza ad esercitare l’attività. Non altro
signora Agata, non il nascondersi nelle pieghe della burocrazia; perché, vede,
le normative impongono ad una attività imprenditoriale alcuni adempimenti, dei
requisiti ed appare evidente che in assenza di essi quell’attività non può
realizzarsi o deve cessare. Questo vale per l’albergo “La Pace” e per ogni altra
attività imprenditoriale di Pisticci, di Ferrandina e di qualsiasi altro luogo.
Occorre
capire, quindi, se il concetto di legalità è un valore dalla connotazione
oggettiva oppure una variabile che è possibile adeguare alle esigenze degli
amici.
Noi
di Forum Democratico siamo con il sindaco che fa del rispetto delle regole una
bandiera, da sempre, e lo stesso chiede ai suoi collaboratori. La
multiculturalità, la ricchezza delle diversità, la solidarietà, la tolleranza,
il rispetto per i deboli, sono alla base della nostra azione politica. Questo,
però, poco importa. Adesso è utile accusare di razzismo Pisticci, le sue
associazioni, i suoi cittadini, il suo sindaco e la sua Amministrazione. Poco
importano le tante argomentazioni
sostenute sui tanti tavoli, poco importano i pareri di diverse autorità, poco
importa la solidarietà dimostrata da tanti cittadini, poco importano le
condizioni dei migranti, poco importa della carenza dei requisiti di legge
dello stabile, poco importa se non è stato predisposto nessun piano di
accoglienza, poco importa se il commissario prefettizio, allora in carica,
aveva risposto a precisa richiesta della Prefettura di Matera che nel
territorio comunale non esistono strutture adeguate ad accogliere un numero
così elevato di rifugiati; tanto si tratta di extracomunitari, un numero,
un’occasione di business e, dopotutto, a casa loro stanno peggio!
Tornando alle accuse,
vergognose, di razzismo, vengano a Pisticci il direttore del Cara e la signora
articolista, vengano a verificare se i suoi abitanti sono coloro che
descrivono. Saranno sorpresi dalla civiltà e dal senso di ospitalità che la
storia e la cultura hanno sedimentato a Pisticci e tra i pisticcesi, valori ben
riconoscibili anche dopo anni e anni di atteggiamenti razzisti troppo spesso
assunti impunemente da alcuni ministri delle Repubblica Italiana.
Forum
Democratico accoglie l’appello alla tolleranza e alla solidarietà lanciata dal
Prefettura di Matera e auspica che situazioni simili siano gestite con maggiore
puntualità, con il necessario coinvolgimento della popolazione, ponendo al
centro la sacralità dello stato di ospite, a maggior ragione lo si deve a chi
ha sofferto e chiede conforto. Questo vale ancora di più se il padrone di casa
è lo Stato. Con pochi accorgimenti, forse, si attenuerà la contrizione dal
volto di quei signori che da giornali e schermi televisivi impartiscono lezioni
di civiltà a coloro che tutelano la legalità.
Forum
Democratico
Pisticci e Marconia
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